Ieri sera sono tornata a Manderley e ho visto un uomo in canottiera

Ieri sera sono tornata a Manderley e ho visto un uomo in canottiera

Qui di seguito troverete spoilers. Quindi sappiatelo!

Voglio iniziare questa mia recensione con una doverosa scusa.

Nel 2008 Rai Fiction ha prodotto una miniserie in due episodi dal titolo Rebecca, la prima moglie. Il cast comprendeva Alessio Boni e Crtistiana Capotondi nei ruoli di Maxim De Winter e della sua nuova giovane sposa e Mariangela Melato come la gelida signora Danvers.

Dopo averlo visto io fui ferocemente critica riguardo a tutto. Allora non avevo ancora il mio comodo Tetto qui in rete e quindi non ho potuto condividere con voi il mio disappunto ma di sicuro sono sempre stata molto critica riguardo a questa miniserie.

Oggi so con assoluta chiarezza che, sebbene ci fossero sicuramente dei difetti nella sceneggiatura e delle mancanze nella recitazione generale quella piccola miniserie italiana è indubbiamente superiore e di gran lunga rispetto all’incredibile esempio di pigrizia, ignoranza, pressapochismo e presunzione che ho visto ieri sera. Certo la serie italiana non è all’altezza del film di Alfred Hitchcock ma è comunque rispettosa sia della storia narrata nel celebrato romanzo della Du Maurier che del film e può essere visto come un omaggio e un modesto tentativo di riproporre questa tragica e romantica storia.

Questo nuovo film intitolato Rebecca è diretto da Ben Wheatley, già annunciato come regista per il sequel di Tomb Raider, e vede nel cast nei ruoli principali: Lily James, Armie Hammer e Kristin Scott Thomas.

Appena avevo sentito che Lily James era stata scelta come protagonista di questo particolare film avevo avuto dei forti dubbi. La James può essere anche molto convincente come attrice, vedi ad esempio la trasposizione televisiva di Guerra e Pace della BBC dove interpretava Nataša Rostova con tutta la passionalità e l’innocenza richiesta  dal ruolo, ma non è certo una interprete tale da avere successo in ruoli fuori dalla sua area di confort.

I miei dubbi si sono comunque rivelati come infondati perché nel film la protagonista non segue assolutamente quanto scritto nel libro della Du Maurier e comunque la James è riuscita a dare una pesante panciata alla sua carriera.

A differenza della serie TV italiana del 2008 hanno deciso di mantenere il fatto che per tutto il corso della storia non i sappia mai quale sia il nome della protagonista – e il motivo per cui nella fiction italiana abbiano deciso di chiamare la protagonista Jennifer rimarrà per me sempre un mistero. Questo particolare all’apparenza secondario è per me, invece, necessario per mantenere sempre vivo il confronto fra la protagonista e l’inappuntabile Rebecca in favore di quest’ultima. Per quanto sia morta Rebecca è sempre viva nella memoria di tutti che, per quanto cortesi con la protagonista – che possiamo pensare non sia brutta ma siamo anche portati a supporre che sia normale, dimenticabile, sicuramente sostituibile – non possono fare a meno di elogiare continuamente la prima moglie per la sua innegabile bellezza e per tutte le sue qualità. In ogni stanza di Manderley è ancora viva la sua presenza, attraverso infiniti bigliettini e note sparse un po’ ovunque per dare l’impressione che lei sia solo uscita. In un vecchio impermeabile la protagonista trova un’ennesima traccia di Rebecca, un fazzoletto con una Erre ricamata ad indicarne la passata proprietaria. Infine Rebecca ha un nome, un ulteriore segno che marca la sua presenza, che le dà tutto quel poter anche se morta e sembra ammutolire la viva ma invisibile protagonista.

Per il resto il personaggio della protagonista è dovunque nel film saccheggiato di senso e profondità in un modo e con una noncuranza che lasciano basiti a tal punto da dubitare anche dell’unica scelta intelligente di non dare un nome chiaro alla protagonista, probabilmente se ne sono semplicemente dimenticati.

Al servizio di Mrs. Van Hopper la vediamo gironzolare e svogliatamente fare le commissioni che le sono state date con fin troppa noncuranza dato che lei è per sua stessa ammissione completamente sola al mondo e con i soli soldi che può guadagnarsi lavorando. Il film sottolinea le difficoltà di questa coraggiosa giovane donna una scena in cui alla protagonista viene negata la colazione perché lei è solo una domestica e non un’ospite dell’albergo.

Ma è solo una scusa per arrivare al Grande Incontro.

Siete pronti?

Armie Hammer, dovendo interpretare un vedovo inconsolabile, sfoggia un completo color giallo Titti che deve essere piaciuto davvero tanto alla costumista perché viene riproposto più volte nel corso del film anche in uno spezzato. Il vestito è comunque perfettamente in tono con l’espressività dell’attore che ha tutta la gravitas di un ex giocatore di football spiaggiato dalla noia.

I due presto diventano amici e quindi cominciano pure a baciarsi in giro per i boschi – dopo Chiamami con il tuo nome Hammer è destinato a fare pomiciate spinte sull’erba. Sempre per mantenere ben dritta la barra della credibilità dopo una giocosa nuotata i due cominciano anche di più ed è lecito pensare che vadano a letto insieme.

Sì, logico che una ragazza sola al mondo, senza una lira rischi di farsi mettere incinta così per un impeto di passione. Anche perché all’epoca, io direi che siamo attorno al 1940 o giù di lì, non c’era modo per una donna di obbligare un uomo, che non voleva, a prendersi la responsabilità di un bambino fuori dal matrimonio –  solo nel 1953 James Watson e Francis Crick scoprirono la struttura del Dna – e comunque per l’epoca una donna che andasse a letto con uomini così per diletto era vista malissimo, una vera pariah sociale. Considerando che la protagonista sembra essere perfettamente conscia che Mrs. Van Hopper, dopo averle estorto tutti i particolari più succosi sulla vicenda, la licenzierebbe in tronco senza alcun problema se rimanesse incinta, la domanda nascerebbe anche spontanea, ma tralasciamo pure il puro senso comune.

Mrs. Van Hopper decide di lasciare l’albergo per andare dal figlio in America. La nostra sfrontata eroina va dall’amato canarino per dirsi un triste addio ma Maxim la prende in contropiede chiedendole di sposarlo. No, la scena non è lontanamente come nel libro. Il nostro passionale eroe l’accoglie in canottiera – e anche questa mise verrà più volte proposta nel corso del film per dare quell’immagine alla  Stanley Kowalski che fa proprio gentiluomo inglese di alto rango.

Anche l’addio alla Van Hopper è parecchio sulle righe. Di fronte alle frasi sgradevoli della Mrs la nostra giovane eroina risponde prendendola a male parole e andandosene via sbattendo la porta. Certo, credo di dover essere felice che non si sia messa a schioccare le dita facendo la tipica mossa da Bitch!

Fortunatamente glissiamo sul viaggio di nozze e arriviamo sparati a Manderley.

Qui Maxim, considerando appunto il suo rango e la sua educazione, prende la giovane moglie sulle spalle e la porta romanticamente dentro il maniero.

Non fa una piega.

Mrs. Danvers accoglie la coppia con il giusto gelo e comincia da subito e abbastanza scopertamente a creare problemi fra i due innamorati. Dato che per l’appunto non ci sono dubbi sull’amore fra i due lo spettro della presenza di Rebecca deve essere ugualmente spiattellato con più veemenza.

Durante la prima notte a Manderley scopriamo anche che Maxim soffre di sonnambulismo.  Non ci verrà detto altro sull’argomento, ma è pur vero che dal nostro punto di vista è probabilmente meglio così.

La Mrs. Danvers interpretata da Kristin Scott Thomas sembra più la zia di Crudelia De Mon che il personaggio della Du Maurier, sembra vedere la protagonista come un’avversaria di Rebecca, una rivale, cosa che prevede il fatto comunque di darle un peso e delle qualità. Nel libro è chiaro come la Danvers voglia sì liberarsi della protagonista ma solo perché la considera un abominio al cospetto di Rebecca. Come può un essere così misero e inutile prendere il posto di quella che per la Danvers è una Dea, lei per prima è ancora succube del fascino di Rebecca e vede le sue cose e i posti dove è stata con sacralità.

Kristin Scott Thomas sembra passare le sue giornate ad ordire trame malefiche degne di Yzma per liberarsi della nostra eroina quando nel libro Mrs. Danvers si limita a raccontare alla protagonista aneddoti dal sapore favolistico sulla vita a Manderley quando c’era la Divina Rebecca in cui, il più delle volte, lei stessa sembra perdersi.

Altro personaggio importante ai  fini della storia è Jack Favell, nel film interpretato da Sam Riley. Favell è il cugino di Rebecca e prima della di lei morte avevano un relazione incestuosa. Nel libro il personaggio aveva davvero molte sfaccettature e forse lui, anche più della Danvers lavorava per accrescere le insicurezze della protagonista. Nel film è un personaggio pressoché inutile al centro di una della scene più inutili e gratuite del film in cui, nel tentativo di far credere a Maxim che la giovane moglie lo tradisca, Favel insegna alla protagonista ad andare a cavallo con chiari accenni sessuali. Sì, c’è anche questa scena!

Maxim reagisce strattonando la moglie e urlandole in faccia ringhiando. Sì, il Lord inglese!

Che dire, davvero.

La scena del Ballo in Maschera è davvero pietosa  anche se non quanto l’abito che la protagonista si mette dopo che il marito le ha di nuovo ringhiato in faccia. Sì perché se no come facevano a farci capire che lei è un donnino semplice, se non facendoci vedere che nel suo armadio non ci sono manco dei vestiti ma solo qualche straccio informe!

Arriviamo al ritrovamento del corpo di Rebecca.

Che suspence!

Nel film scopriamo che Maxim ha sparato a Rebecca. Sì, perché Rebecca prima lo aveva fatto incazzare raccontandogli di essere incinta del figlio di chissà chi che però sarebbe diventato l’Erede del suo amato Manderley e poi lo aveva invitato a spararle. Così, senza senso. E soprattutto inspiegabilmente il nostro sagace protagonista non aveva avuto mai alcun dubbio su quali fossero state le intenzioni di Rebecca.

A quanto pare il corpo di Rebecca, sebbene le avessero sparato, non presenta alcuna traccia che spinga ad avere dubbi sulle circostanze della sua morte. Ugualmente inspiegabilmente, invece, il fatto che Maxim avesse riconosciuto il corpo di un’altra donna, in un periodo in cui a detta di tutti lui non mangiava e probabilmente non dormiva, beh Sì questo è ritenuto sospetto!

Per di più non è solo considerato un pro forma dovuto, no affatto. Maxim viene preso e messo in galera e preso a male parole, come se fosse l’ultimo dei delinquenti. Certo!

La mogliettina ringalluzzita dal aver saputo che il maritino è un uxoricida geloso si mette a cercare il fantomatico dottore che Rebecca sarebbe dovuta andare a trovare il pomeriggio prima della sua morte. Anche la polizia cerca il dottore ma la nostra intrepida eroina li supera di slancio nella ricerca.

Trovato il referto degli esami di Rebecca scopriamo con una facilità disarmante che la donna non era incinta come sospettavano molti ma malata di un cancro fulminante.

Dato che l’inverosimile impera nessuno fiata nel momento in cui la protagonista appare davanti alla polizia con il referto medico che scagionerebbe il marito.

Ma non c’è pace per la coppia felice che tornando a Manderley scoprono che la Danvers ha appiccato un incendio.

La protagonista con quell’insopportabile bontà acefala della protagonista tipica dei film odierni trova la Danvers con cappello, cappotto e valigina pronta a buttarsi nell’oceano e cerca di convincere la donna a non buttarsi. Ovviamente non ci riesce.

E ora arriva l’ultima scena, quella che non ti aspetti.

La nostra appassionata protagonista ha ancora degli incubi in cui vede Manderley ma non se ne preoccupa. Ora indossa aderenti vestitini rossi con i pois bianchi e fuma come un turco ed è felice con il caro Maxim, vivendo in un albergo…al Cairo.

E credo davvero di aver detto tutto quello che potevo su questa incresciosa faccenda.

 

 

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